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AMOR FA L'UOMO CIECO 349
Vedo aprirsi la terra.

Più rimedio non v’è. S’egli tornasse...
Ah, che il cervel non torna. Oh me infelice,
Cardone, mio tesoro!
Oh Dio! non posso più; già manco; io moro.
(finge svenire
Cardone. Le credo, o non le credo?1
M’accosto, o non m’accosto?
Divento molle, o mi mantengo tosto?
Temo non me la ficchi.
È troppo, è troppo scaltra.
È vero da una parte, ma dall’altra
Mi muove a compassione.
Il rimorso, il dolore,
Potria farla morir. Che tentazione!
Ora non occorr’altro. L’ho pensata:
Vuò accostarmi pian piano, e se la vedo
Far un picciolo moto,
Ritorno a far il pazzo, e non le credo.
(s’accosta e l'osserva
  Non si move,
  Non rifiata,
  Chiusi ha gli occhi,
  Freddo il naso.
  Saria pur il brutto caso!
  Vuò chiamarla: Livietta...
(Livietta si move
  Sull’erbetta - alla francois...
  Ah ah ah ah ah ah ah.
  S’è quietata. - Quei tremori
  Forse son gli ultimi moti.
  Sfortunata! - È già spirata.
  Oh mia bella - morticella,

  1. Questo recitativo e il canto di Cardone (Non si move, — Non rifiata) appartengono all’antico libretto della Contadina astuta, o sia di Livietta e Tracollo.