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IL FILOSOFO 331
Anselmo. Eccovi a’ vostri piedi

Un che amar non sapea, già reso amante.
Lesbina. (A onor del nostro sesso,
Un sapiente al mio piede è genuflesso).
Levatevi; non posso
Più vedervi languire;
Vostra moglie sarò, ma con un patto,
Che voi non m’impediate
Seguir il mio costume.
Anselmo. Anzi prometto
Di sempre secondarlo.
(So che sol nelle scienze ha il suo diletto).
Lesbina. Dunque la vostra mano
Unite con la mia.
Anselmo. Mi confondo, nè so dov’io mi sia.
Lesbina. Via, fatevi coraggio.
Anselmo. Oimè, son tutto foco.
Lesbina. Ecco la man.
Anselmo.   La mano...
Lesbina. Su, stringetela.
Anselmo.   Piano!...
Lesbina. Nella scuola d’amor non siete instrutto.
Datemi questa mano.
Anselmo.   Io sudo tutto.
Lesbina. Voi siete mio marito.
Anselmo. Voi... la... mia... mo... glie siete.
Lesbina. Siete contento?
Anselmo.   Sì.
Lesbina.   Quest’è il contratto.
Anselmo. Adunque, o cara...
Lesbina.   Il matrimonio è fatto.
Anselmo. Felicissimo Anseimo,
Prodigioso scolaro! 11 vostro nome?
Lesbina. Lesbina è il nome mio.
Anselmo.   Come! Lesbina?