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IL FILOSOFO 329
Il cor d’Anselmo ha persuaso ancora).

E la filosofìa come v’aggrada?
Lesbina. Mi piace la Morale,
Perchè co’ suoi precetti
Par che meglio s’accosti al naturale.
Anselmo. (11 cor mi sento ucciso
Dalla moralità del suo bel viso).
Lesbina. Appresi dunque, che talvolta un core
Per simpatia può delirar d’amore.
  Tutti voglion che si dia
  Certo amor di simpatia,
  Cui non possa senza sforzo
  L’uom talvolta dir di no.
Anselmo. (Aimè, pur troppo è vero un tal precetto,
Se mirando quel volto,
Introdurmi nel cor sento l’affetto).
Lesbina. (Il dotto va cadendo).
Anselmo. Avete messa in pratica
Ancor codesta massima?
Lesbina. Signor no, perchè dubito
Di far qualche sproposito.
Che se non trovo un uomo letterato,
Farei all’esser mio non lieve scorno.
Anselmo. (Questa è per me: filosofia, buon giorno).
Lesbina. Comodatevi, in grazia.
Anselmo.   Eh, non son stanco.
Lesbina. Almen per compagnia.
Anselmo. Oibò, pensate! il mio temperamento
Niuna cosa sa far per complimento.
  Io non sono uno di quelli
  Ganimedi pazzarelli,
  Che fortuna solo chiama
  Il patir per la sua dama,
  E che brama
  Solo ad essa soddisfar.