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318 | PARTE PRIMA |
Che il bene in mal converte,
E con ingorde voglie
Dove trovasi il mel, tosco raccoglie.
Ma che veggo! Una donna! Io mi nascondo.
Donna fatal, per cui sì brutto è il mondo!
SCENA II.
Lesbina e detto.
Sono forse una furia,
Che v’arrechi timore?
Anselmo. D’una furia la donna è assai peggiore.
Lesbina. Affé, che v’ingannate;
Se fossero le donne orrende tanto,
Dagli uomini sarian meno bramate.
Anselmo. Quei che non han giudizio,
Soglion sempre scherzar col precipizio.
Lesbina. Signor, d’un grand’affare
Favellarvi degg’io;
Certa difficoltà bizzarra e strana...
Anselmo. Parlate alla lontana.
Lesbina. Proponervi vorrei, se mi è permesso...
Anselmo. Ditela pur, ma non mi state appresso.
Lesbina. Di che avete timor?
Anselmo. Ah, non vorrei,
Che gli atomi invisibili
D’un femminil sembiante
Facessero il mio cor misero amante.
Lesbina. I filosofi dunque
Son capaci d’amore?
Anselmo. E in che maniera!
Se un uomo virtuoso