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30 PARTE SECONDA
Tascadoro.   Oh che contento!

(Dell’anello il brucior già più non sento).
Pelarina. Così allegro vi voglio.
Tascadoro. E amorosa così vi brama il core.
Pelarina. (Un nuovo segno or ti vuò dar d’amore).
Tascadoro, vi lascio.
Tascadoro.   Che? Partite?
Pelarina. Alla conversazion del conte Cimbano
A mezz’ora di notte io sono attesa.
Tascadoro. Oh, oh, dunque v’è tempo.
Tutte le mostre mie
Fan1 di ventitré ore un quarto meno.
Pelarina. È ver, ma che disdetta a una mia pari
È il non aver cinque orologi almeno!
Tascadoro. Cinque? Che dite mai?
Pelarina. Cinque, nè sono assai:
Un da scena, un da casa,
Un da conversazione, il quarto al letto.
Tascadoro. (Ahi, si fa brutto il tempo). E il quinto poi?
Pelarina. Quanto alla tavoletta
Possa il quinto giovar, vedete voi.
Tascadoro. Eh, superflui son tutti;
E l’ultimo che dite anzi è proibito,
Acciò la virtuosa non s’affanni
Ad abbigliarsi in fretta,
E si faccia aspettar così al teatro.
Pelarina. Eh non scherzate. È debito preciso
Sempre del protettore
Il provvederli.
Tascadoro.   Or favelliam d’amore.
Pelarina. Pria di parlarne più, debbo insegnarvi
Come all’amata il vero amor ragioni.
Tascadoro. No, no, da voi non voglio altre lezioni 2.
Pelarina. Dunque partite.

  1. Ed. Zatta: Fanno.
  2. Nell’ed. Valvas. è stampato, qui e sempre: lezzioni.