Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/316

314

(pp. 71-75), sebbene manifestasse le sue preferenze per la Bottega da caffè. Ben lo registrò il dottor Cesare Musatti fra i Drammi musicali ai C. G. (Venezia, 1902, estr. dall’Ateneo Veneto, p. 18), e dopo di lui il Bustico (Drammi, cantate, intermezzi musicali di C. G., estr. dalla Rivista delle Biblioteche e degli Archivi, 1925, p. 10).

Siamo in dubbio se proprio il Maccari componesse la musica di questo Intermezzo, come afferma nel suo dizionario di opere musicali, tuttavia inedito, il compianto maestro Giuseppe Pavan (comunicazione dell’amico Cesare Musatti): certo lo cantarono la prima volta Lisetta Passalacqua (Lilla), Agnese Amurat (Catina) e il capocomico Giuseppe Imer (Filiberto) di cui il Goldoni scherzosamente ci offre il ritratto nella terza parte: "Di statura è alquanto basso, - Ma di corpo alquanto grasso; - Tondo ha il viso e delicato, - Di varole ricamato ecc.” (sc. 3). Fuori di Venezia non dovette goder molta fortuna la musica dell’Amante cabala, se non conosciamo altre ristampe del libretto, all’infuori delle raccolte dei drammi giocosi di Goldoni. E forse le note musicali nessun dono potevano aggiungere al colorito realismo di queste scene che vivevano ormai per se stesse, senza bisogno della musica. Dalla caricatura siamo passati, due anni prima del Momolo, alla commedia goldoniana. Per quanto sia ancora volgare il carattere di Filiberto, lo scrittore veneziano ha riformato fin dove poteva e voleva l’Intermezzo per musica, deturpato fin dalle origini da troppe inverosimiglianze, da troppe caricature, da troppe forme plebee. Di qui il Goldoni passerà gloriosamente alla riforma della Commedia, e abbandonerà, si può dire, l’umile componimento ch’ebbe nei teatri brevissima esistenza, ma che servì di sprone alla fantasia giovanile del creatore di Mirandolina e dei Rusteghi.

La prima edizione della felice farsetto è questa:

L’AMANTE CABALA. | INTERMEZZO PER MUSICA | Da rappresentarsi nel Teatro | Grimani di S. Samuele | l’autunno dell’anno 1736. | venezia, mdccxxxvi. | Appresso Alvise Valvasense. | Con Licenza de’ Superiori (pp. 46, in-12).

Trovasi poi fra i Drammi Giocosi dell’ed. Tevernin, t. IV, Venezia, 1753; nella ristampa torinese dell’Olzati, t. IV, 1757; nel t. VIII delle Qpere Drammatiche Giocose, ed. Savioli, Venezia, 1770; e nella grande raccolta Zatta, t XXXV, o sia d. 4, L I, 1794.

G. O.