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L'AMANTE CABALA 305
  Di statura è alquanto basso,

  Ma di corpo alquanto grasso,
  Tondo ha il viso e delicato,
  Di varole ricamato1;
  A imitar un personaggio,
  E a cangiar vesti e linguaggio,
  Uom più pronto non si dà.
Catina. Sì, cospetto del diavolo,
Che ho paura chel sia... (Ma v’èlo là,
Chel s’avanza bel bello).
La varda quel che vien...
Lilla.   L’è appunto quello.
Catina. Coss’avemio da far?
Lilla.   Venite meco;
Concerteremo il modo
Di scoprir il suo inganno, e vendicarci.
Catina. Gnancora no la credo,,
Ma me voggio chiarir. Oh, se xe vero.
Poveri i mi manini!
Poveri i mi recchini!
Lilla. Sì, sì, siamo ingannate,
Povere le mie doppie, sono andate!

Catina.
Lilla.
In odio el mio sdegno
il
Cangiar saverò2;
io saprò 3;
E contro l’indegno
Vendetta farò. (partono4


SCENA IV.

Filiberto solo.

Il nodaro è trovato; avanti sera

Sarà fatto il negozio. È un uomo appunto

  1. Valvas. e Tev.: riccamato; e nel verso che segue: immitar.
  2. Zatta: Muar saverò.
  3. Zatta: Cangiare saprò.
  4. Valvas. e Tev.: via tutte due.