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28 | PARTE SECONDA |
Da voi poc’anzi a me insegnata!
Volpiciona. Io vado
A scrìver una lettera; tu intanto,
O figlia, il cavalier va rallegrando
Con qualche scherzo: a te lo raccomando.
Pelarina. È ben raccomandato;
E so ben io di rallegrarlo il modo.
Volpiciona. Bene: addio.
Tascadoro. Restiam soli? Or sì ch’io godo.
SCENA III.
Pelarina e Tascadoro.
Tascadoro. In libertà vedermi
Con voi, empie1 di gioia il seno mio.
Pelarina. Almen potessi anch’io
Col riso accompagnar la vostra gioia!
Tascadoro. Che avete? che v’annoia?
Non basta a rallegrarvi
Il vedermi sì lindo e sì garbato?
Pelarina. (Che schiocco!) Ah tormentato
Da troppo fiera angoscia è questo core.
Tascadoro. Perchè? Mio dolce amore 2,
Dite a me la cagion.
Pelarina. Voi, voi la siete.
Tascadoro. Io! come?
Pelarina. Sì: nel dirmi che godete
Brillar faceste, oh cielo! agli occhi miei
Il vostro vago anello
Che mi fè ricordar d’un che perdei,
Simile appunto a quello.