Del panno padovan mi ha dimandato.
(Oh Cielo! più che mai son imbrogliato).
Lilla. Io son molto curiosa
Di saper chi è colei.
Filiberto. Se lo volete,
M’impegno di saperlo.
Lilla. In che maniera?
Filiberto. Con quattro paroline che io gli dica,
Con un po’ di cervel che ponga in opra,
Io m’impegno di far ch’ella si scopra.
Lilla. Ma non vorrei che intanto
V’invaghiste di lei.
Filiberto. Non dubitate,
A voi donato ho il cor.
Lilla. Via dunque, andate.
Filiberto. Anema mia, son qua; no vedo l’ora, (piano a Catina
Che quella forastiera
Ressolva1 d’andar via.
Catina. Caro Tonin,
Quando ve vedo arente a quella smorfia2,
Me sento dal velen tremar le gambe.
Filiberto. (Oh come ben sono ingannate entrambe!)
Lilla. Non la finite ancora? (piano a Filiberto
Filiberto. Aspettate, signora, ancora un poco.
Son qua, cara Catina. (piano a Catina) (Oh che bel gioco!)
Lilla. Che gran dolore
Che prova il core,
Quand’è geloso!
Veggo il mio sposo
Parlar con quella
Che sembra bella,
E nel mio seno
Un rio veleno
Mi fa provar.
- ↑ Tev. e Zatta: risolva.
- ↑ Qui per smorfiosa.