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292 PARTE SECONDA

SCENA III.

Lilla e detti.

Lilla. Oh signor Filiberto...

Filiberto. Zitto, che io son in maschera. (piano a Lilla
Non mi vedete all’abito?
Filiberto non già, Toni mi chiamo;
E celato così restar io bramo.
Lilla. In maschera voi siete,
Senza maschera al volto?
Filiberto.   Eh, non fa caso,
L’abito mi trasforma.
Lilla.   In questo loco
Che state a far? Così perdete il tempo?
Filiberto. Per dirvela, signora,
Scieglier volevo un drappo,
Per regalarvi un abito; ho piacere
Che siate giunta a tempo: ora voi stessa
Sceglierlo lo potete.
Lilla.   Io son tenuta.
Alle finezze vostre.
Filiberto. Anemo putti, (viene un Giovine
Mostreghe quelle stoffe. (No l’oi ditto?
(piano a Catina
Un abito la vuol a tutta moda).
Fe presto, che xe tardi. (forte ai Giovani
Mostreme quella con i fiori sguardi1.
(Con questi Veneziani, (piano a Lilla
Per aver avantaggio nelle spese,
Io mi fingo nativo del paese).
Lilla. Fate ben, perchè certo
Son furbi come ’l diavolo.

  1. Rossi: vol. XVIII, 415; XX. 29 ecc.