Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/282

280 PARTE PRIMA
In maschera vegnir

Za che xe carnevai,
A véder la bottega e el capital.
Catina. Ben, acetto l’impegno.
Filiberto. (Ora sì che vi vuol arte ed ingegno!)

SCENA VII.

Lilla che si trattiene veggendoh, e detti 1.

Lilla. (Che osservo! Filiberto

Si trattien con Catina?)
Catina. Vegnirò domattina.
Filiberto. E mi l’aspetterò.
Lilla. (Il geloso amor mio tacer non può).
Olà, così si tratta?... (a Filiberto
Filiberto. (Oh diavolo!) Signora.
Lilla. Queste son le promesse? (s'avanza
Quest’è la fedeltà?
Catina.   Oe, cossa diseia?
Filiberto. La se n’ha buo per mal2, perchè mi subito
No gh’ho portao el so veludo a casa,
Ma bisogna che tasa. (piano a Catina
Lilla. Quali interessi avete con costei?
Catina. Cossa xe sta costei? Me maraveggio.
Se no parlarè meggio,
Colle mie man ve strazzerò i cavei.
Lilla. Temeraria! Così?...
Filiberto.7 No, no, tacete. (piano a Lilla
Questa povera figlia
È divenuta pazza,
Ed ora su la piazza

  1. Così Zatta. Nelle edd. precedenti, che non hanno nessuna divisione in scene, c’è questa sola didascalia: torna dì casa.
  2. Se n’è acuta a male.