Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/28

26 PARTE SECONDA
Ch’io penso, gli faremo un tal spavento,

Ch’ei mai più di vederti avrà ardimento.
Pelarina. Or ben, con questo patto
A secondarvi io sieguo.
Volpiciona.   Ho preparato
Già l’abito per me.
Pelarina.   Ma il mio prendeste,
Che far pagar volete a quel buon uomo?
Volpiciona. Sì, quel che l’impresario1 di Mazorbo 2
Già ti donò.
Pelarina.   Ma poi quel personaggio
Che fingerete in Venezian linguaggio,
Sosterrete voi bene?
Volpiciona. Sai pur, che quando io voglio
La Veneta adoprar favella amata,
Su queste pietre cotte io sembro nata.
Pelarina. Ma se mai vi scoprisse?
Volpiciona.   Eh, non v’è dubbio.
Pelarina. Or dunque a prepararvi
Andate.
Volpiciona.   Sì, ma Tascadoro viene;
Resto un poco.
Pelarina.   Adescarlo3 or mi conviene.

SCENA II.

Tascadoro e dette.

Tascadoro. Or non ho più paura

Di non esser amato.
Pelarina.   (Oh che figura!)
Volpiciona. (Oh che animal!)

  1. Edd. Valvasense, Tevernin e Savioli: impressario.
  2. Isoletta della laguna di Venezia.
  3. Edd. Valv., Tev. e Sav.: addescarlo.