Narciso. Che la se sconda qua, sotto la tola.
Zanetto. Come?
Narciso. Ma presto.
Zanetto. E poi?
Narciso. Via, che debotto
Quel mustachi xe qua.
Zanetto. Me ficco sotto. (va sotto la taoola
Narciso. Oh che gran cargadura!
Dorilla. Si è scordato l’amor per la paura.
Narciso. Mio patron riverito,
Qua no ghe xe nissun; me maraveggio
Che la vegna con tanta inciviltae
A far in casa mia delle bulae.
Dorilla. Oh questa sì che è bella!
Narciso. Tasi, se no debotto (sgnanfo
Te scapezzo anca ti. Siora Dorilla,
M’e sta ditto, che qua ghe xe Zanetto;
Sei gh’è, voggio cavarghe el cuor dal petto.
Dorilla. Signor, certo mi creda
Che qui alcuno non v’è.
Narciso. Come!
Dorilla. Lo giuro.
Narciso. Voggio andar a vardar per tutti i busi.
Prima in sto camerin. (come sopra, ed entra
Zanetto. Siora Dorilla,
Me raccomando a ella.
Dorilla. Non temete,
Della difesa mia certo voi siete.
Benchè voi nol meritate 1,
Usar voglio carità.
Zanetto. Per pietà...
Dorilla. Siete vil; non è così?
Zanetto. Siora sì.
- ↑ Così nel testo,