Volpiciona. Vi resta da imparar il più importante.
Tascadoro. Non mi fate penar.
Volpiciona. Voi le saccocce 1
Aver dovete piene
D’ampolline, di bussoli e di stucchi,
Tutti d’oro o d’argento,
Tutti ripieni di galanterie,
O di qualche vital contraveleno.
Quattro scatole2 almeno
Massicce con tabacco soprafino;
Orologio in taschino,
Ma di repetizione;
E quel che importa, in tasca un gran borsone,
Gravido di zecchini traboccanti 3
E questa è la lezion de’ veri amanti.
Tascadoro. È un po’ duretta in vero
Quest’ultima lezion, ma vuò far tutto,
Purchè, o bella, ma bella4, voi m’amiate.
E sarà poi così?
Pelarina. Non dubitate.
Volpiciona. Voi sarete il suo vago.
Pelarina. Il mio tesoro
Sarà allor Tascadoro.
Tascadoro. Ah dal contento
Quieto non posso star. L’oro e l’argento,
Che mi fa diventar gradito amante,
Porterò sempre, ma ben chiuso adosso.
Pelarina. |
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a due |
Così ti peleremo in fin su l'osso.
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Volpiciona
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Pelarina.5 Quanto grande è il mio contento
Nel vedervi alfin seguace
Della moda parigina.
- ↑ Ed. Valvasense: saccoccie; e più sotto: mossiccie.
- ↑ Ed. Valvasense: scattole.
- ↑ Nell’ed. Zatta c’è punto e virgola.
- ↑ Così tutte le stampe.
- ↑ Nelle edd. Tevernin e Zatta le parole che seguono sono attribuite a Volpiciona.