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230 PARTE PRIMA
Zanetto. E si no la lo vuol?

Narciso.   M’impegno mi
De far che la lo tioga.
Zanetto. Caro Narciso, me confido in ti.
Signora, posciachè di sdegno accesa (a Dorilla
Sublimaste la bile.
Chiede grazia e perdon Zanetto umile.
Narciso. Inzenochieve. (a Zanetto, che s’inginocchia
Dorilla.   Compatisco in lei
L’ignoranza ch’ella ha de’ fatti miei.
Zanetto. Narciso, cossa distu? (s’alza
Dell’ignorante la m’ha dà alla prima.
Narciso. Che vuol pazienza, e batterla pulito1.
Molèghe un pochettin, che za l’è ito. (a Dorilla
Zanetto. Ma se lei vuol struccare2
Con torcolo di sdegno il core afflitto,
Funesto e derelitto
Da Inferno Averno biscottato io sono.
Dorilla. Su via, per questa volta io gli perdono.
Zanetto. Vorria, ma non ardisco...
Dorilla. E che vorrebbe mai?
Zanetto.   Darghe...
Dorilla.   Che cosa? (adirata
Zanetto. Gnente, gnente, patrona.
Narciso.   El vuol donarve
Un anel de diamanti. (piano a Dorilla
Dorilla. Dica, che mi vuol dar? (placida
Zanetto.   Gnente dasseno.
Dorilla. Adunque mi burlò? (sdegnata
Zanetto.   No, ma voleva...
Dorilla. Che cosa?
Zanetto. Dillo ti, caro fradello. (a Narciso
Narciso. El ghe voleva dar un bel anello.

  1. Insister bene.
  2. Forma dialettale: Stringere, premere.