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LA BOTTEGA DA CAFFÈ 225
Zanetto. Oh che matto! oh che matto! Ti me piasi;

Tiò sto ducato, fa pulito, e tasi.
Narciso. (Adesso ti sta fresco!) Oe paronzina,
Mi za l’ho messo a segno.
Desmaschereve, e doperè l’inzegno. (a Dorilla
Dorilla. Ma non vorrei...
Narciso.   Eh, non abbiè paura;
Sei ve perde el respetto,
Mi ve defenderò. (come sopra
Dorilla.   Con questo patto
La maschera mi levo. (a Narciso
Narciso. El colpo è fatto. (a Zanetto
La xe desmascherada.
Via, la ghe daga una benigna occhiada.
Zanetto. Che l’aspetta un momento;
No me xe vegnù ancora el complimento.
Narciso. La parla natural.
Zanetto.   Me maravegio!
So ben complimentar: son stà in collegio.
Madama, io mi dispiace (a Dorilla
Che i rai di vostra face
M’hanno sotto la maschera del volto
Nella base del seno il cor sconvolto. (affettato
Dorilla. Riverito signore...
Zanetto. La me lassa fenir. Dunque per questo
Conciosiacosachè1 vermiglia bocca...
(va mendicando complimenti
Negando voci, ehem... negando voci,
Ehem... negando voci a recchia amante.
Incantato restai.
Qual ostrica nel fango, io m’impiantai.
Dorilla. Che discorso gentil!
Zanetto.   Io sono avvezzo
Tanto a parlar toscano,

  1. Nelle edizioni del Settecento è stampato per errore: consiacosache.