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MONSIEUR PETITON 199
Graziosa. Sia benedetto pur l’uso di Franzia.

(Intanto che Petronio canta Varia, monsieur Petiton tira fuori di scarsella tutto il bisogno per la tavoletta
Petronio.   Ho una rabbia con colù
  Ch’a noi poss1 più sopportar.
  Uì madama, uì monsù.
  La vollevi 2 mai spicchiar?3
Petiton. E che dice votr’om così incerato?
Graziosa. Compatitelo pur, ch’egli è insensato.
Petiton. Voi state bella assai, ma bella molto.
Graziosa. Eh monsù Petiton, lei mi confonde.
Petiton. Se permette muè,
Le votre belle man je baserè. (gli bacia la mano
Petronio. Oh questo mo l’è troppo,
Car signor Petiton...
Petiton. Je vou domand perdon.
Vou l’usanzia francòè no savè pa,
A le madam nou fon tousour comsà.4

SCENA II.

Lindora in zendado alla Veneziana, e detti.

Lindora. Oe, monsù Petiton despetitao,

Xe questa la maniera
De trattar so muggier?
Petronio. Che imbroi è quest?
Petiton. Oh diable, cheschessà?
Graziosa. Monsiù, chi è questa pazza
Che con tanta baldanza
È entrata in casa mia senza creanza?
Petiton. Parien, parien5 madam...
Lindora.   Son so muggier.

  1. Tev. e Zatta: E a nol pos’.
  2. Valvas.: vollent; Tev. e Zatta: vollevu. Forse per uliu, volete.
  3. Zatta: spicciar. Non c’è nel testo l’interrogativo; ma si tratta di stampe scorrette, in cui la punteggiatura è del tutto trascurata.
  4. Nelle edd. Valvas. e Tev., dove non c’è la divisione in scene, segue qui la didascalia: Viene Lindora.
  5. Probabilmente sta per: pas rien.