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18 PARTE PRIMA


Circa lo sposo poi,

A me deve piacere, e non a voi.
Volpiciona. Eh pazzarella, che al tuo ben non pensi.
Quel galantuom che a visitarti viene,
Di buon aspetto egli è1; paga il maestro
Che t’insegna la solfa,
Ed è cotto per te; ma quel che importa,
Ha molto di quel giallo
Risplendente metallo,
Che in questi tempi è tanto raro al mondo.
Questo, questo è ’l pensiero
Che tu dovresti aver...
Pelarina.   Dite da vero?
Dunque credete voi che amar io possa
Un uomo come lui rozzo, sgarbato,
Che non ha dritto, nè rovescio? 2 Or teme
A dir mezza parola,
Ora mille sciocchezze a dir s’avanza3,
Non sa che sia creanza,
Non ha lindura, e veste alla carlona.
Io non son così buona: un uomo io voglio
Bello di volto, di trattar gentile,
Generoso di man, grande di core,
Che degno sia d’un musicale amore.
Volpiciona. Il signor Tascadoro alfin non vuoi
Per tuo marito.
Pelarina.   M’intendeste.
Volpiciona.   Almeno,
Se fingessi d’amarlo,
Potressimo sperar di ben pelarlo.
Pelarina. Ed io finger potrei, che in vita mia
Non so d’aver mai detta una bugia?
E poi pelar colui? Ma non vedete,

  1. Nell’ed. Valvasense è stampato: egl’è.
  2. Ed. Valvasense: Che non è dritto, nè roverscio?
  3. Ed. Valvasense: s’avvanza.