Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/187

     Io non ti vedrò più.
     Uh uh uh uh uh uh! (mostra di piangere
     Consorte mio carissimo,
     L’idolo mio sei tu.
Se ti vedessi
     Meco placato,
     Idolo amato,
     Giubilerei,
     E non vorrei
     Pianger mai più.

Ranocchio. Dove si può trovar quest’infelice?

Amico, per pietà, se lo sapete,
Additatela a me.
Melinda.   Poscia trovata,
Che farete di lei?
Ranocchio.   Vuò ripigliarla.
Melinda. Non vi credo.
Ranocchio.   Lo giuro.
Melinda. Qual giuramento?
Ranocchio.   Udite che scongiuro!
Se non sono a Melinda un buon marito,
Prego il Cielo di perder l’appetito.
Melinda. La volete veder?
Ranocchio.   Sarò contento
Se il Ciel me la concede.
Melinda. Ecco dunque Melinda al vostro piede.
Ranocchio.   Come?...
Melinda. Di già pentita
Del mio commesso error, vi chieggo in dono
Dalla vostra pietà grato perdono.
Ranocchio. Voi dunque in riva al fiume...
Melinda.   Io piansi tanto
Che la luce perdei quasi degli occhi.
Mi volevo annegar; poscia pensai,
Ch’era brutta la morte e tralasciai.