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  Aver candella ma Cattarina1,

  Formaggia salada,
  Botarga fumada,
  De tutto portar.
Orazio. Sappiate, signor mio,
Che questa vostra Moglie...
Cechina. Taser, no me parlar de Muggier mia.
Lindora. Oh la saria ben bella!
Orazio. Vostra Moglie, dicevo, è mia Sorella.
Cechina. Star to Sorella? donca dar mia dota.
Orazio. (Oh questa vi vorria!)
Lindora. Cossa parleu
De vostra dota, caro sior mustachi? 2
Cechina. No ti me far più chiasso,
Se no voler che te mandar Patrasso.
Orazio. Voglio che mia Sorella
Qualche cosa mi dia per carità;
Non siate sì crudel...
Cechina. Se cortelada
Voler, mi te la dar.
Lindora. O poveretta mi, la xe intrigada 3.
Orazio. Oimè, signor Mercante.
Lindora. Via, caro sior Schiaon.

Orazio. Non siate sì crudel.
Lindora. No siè cussì
Cechina. Se ti prometter

Cechina no parlar,
Mi vita te donar.
Orazio. Sì sì, prometto e giuro.
Lindora. Sì sì, stè pur seguro.
Orazio. Ch’io non lo guarderò.
Lindora. Che nol la varderà.

  1. Celebre la candela filata di Venezia (Dizionario di commercio dei Signori fratelli Savary ecc. accresciuto ecc., Venezia, Pasquali, 1770, t. 1, pp. 267-269), ma qui alludesi alle candele di Cattaro.
  2. Allude ai lunghi baffi degli Schiavoni.
  3. La matassa è intricata, e quindi: son nell’imbroglio