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l glorioso riformatore del teatro comico in Italia spetta un altro merito, in verità molto più modesto, di aver contribuito coi suoi Drammi giocosi alla fortuna dell’Opera comica italiana nel Settecento. Ricordiamo come il Goldoni ottenesse i primissimi applausi di autore drammatico scrivendo e recitando a ventidue anni nel teatrino di Feltre due farsette o Intermezzi; e come poi esercitasse sempre più l’ingegno comico negli Intermezzi musicali che compose per la compagnia Imer del teatro veneziano di San Samuele. Più tardi, quando fece ritorno dalla Toscana alle sue lagune (1748) per compiere la grande riforma della Commedia che aveva in mente, e lanciò sul palcoscenico del Sant’Angelo la Vedova scaltra e la Putta onorata, iniziò pure col Bertoldo e con l’Arcadia in Brenta la lunga serie dei suoi drammi giocosi che ispirarono le gentili melodie di Baldassare Galuppi, il Buranello. Soltanto allora, fra il 1750 e il ’60, in grazia del Goldoni e del Galuppi, mentre pareva già stanca l’Opera buffa napoletana, che del cielo e del mare di Chiaia aveva il sorriso e la nostalgia, e mentre decadeva sempre più l’Opera seria, sorse sui canali di