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NOTA STORICA
Abbandonata Milano per le vicende della guerra tra i Gallosardi e gli Alemanni, presa licenza a Crema, dopo una scenata, dal residente Bartolini, non potendo raggiungere a Modena la madre, il Goldoni da Parma si recò a Brescia, nell’estate del 1734, e di là a Verona dove per caso recitava la compagnia comica del teatro di S. Samuele, diretta da Giuseppe Imer. Tale incontro ebbe conseguenze decisive sulla vita artistica del dottor veneziano. Finita la stagione teatrale estiva, lo stesso Imer condusse Goldoni a Venezia, lo ospitò nella sua casa in Corte del Duca, lo presentò a S. E. Michele Grimani, proprietario, con altri quattro fratelli, dei teatri di San Samuele e di San Giovanni Grisostomo, e il 24 novembre recitò con grande applauso il Belisario (vol. XXIII della presente edizione). Ma il dottor Carletto, in quel mese che si trattenne a Verona, compose un nuovo intermezzo, intitolato la Pupilla.
Dopo il ’32 la moda degli intermezzi buffi, recitati fra l’uno e l’altro atto delle opere serie in musica, a Venezia decadeva, mentre i balli riacquistavano sempre più favore e tendevano a dominare tirannicamente. Giuseppe Imer pensò dunque, come racconta il Goldoni (vol. I della presente ediz., p. 95), d’introdurli "nelle tragedie rappresentate dai comici”, quasi preludio di una riforma, nel teatro di San Samuele. "Ciò gli riuscì a meraviglia”• Questo attore di nascita genovese, "grasso e picciolo e di collo corto”, con gli occhi piccoletti e il nasino schiacciato (Mémoires, I, ch. 35), non era adatto a recitare nelle parti serie, ma pareva tagliato apposta per gli intermezzi. "Non sapeva di musica; ma cantava passabilmente, ed apprendeva a orecchio la parte, l’intonazione ed il tempo, e suppliva al difetto della scienza e della voce coll’abilità personale, colle caricature degli abiti, e colla cognizion dei caratteri che sapeva ben sostenere” (vol. I, p. 98). Lo assecondava Giovanna Casanova, detta Zanetta o la Buranella, perchè nativa dell’isola di Burano (benchè non lo dica il famosissimo Giacomo, suo primogenito), figlia del calzolaio Farusso e sposa nel febbraio del ’24, a soli 16 anni, del comico Gaetano Giuseppe Casanova; rimasta vedova nel dicembre del ’33. Giovane e bella, come afferma il Goldoni, benchè non avesse "grande abilità” nell’arte comica, fu istruita dall’Imer negli intermezzi. "Ella ne sapeva di musica quanto il suo maestro; anzi, meno pronta di lui, stuonava ed andava fuori di tempo con maggiore facilità: ma piace facilmente una bella e giovane, e tutto le si passa” nota il Goldoni "in grazia di que’ vezzi e di quella freschezza che incantano gli spettatori” (vol. I, p. 100). Non tardò il nostro Carletto ad accorgersi che l’Imer la prediligeva. "Seppi e m’accorsi altresì che il galantuomo, di età molto maggiore alla giovane, era di lei geloso, onde accomodai l’intermezzo sul fatto isterico di questi due personaggi. L’Imer il tutore geloso; Zanetta la pupilla insidiata” (ivi, pag. 96). C’era poi nella stessa compagnia un’altra cantante, veneziana, "la brava Agnese” moglie dell’armeno Amurat, famosa a cantare nelle serenate (vol. I, 66 e 96). Di questa si servì il Goldoni "per rappresentare in abito d’uomo” l’amante della pupilla,