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Render liscie le guancie, e porporine.

Fortifica li denti,
Rende chiara la vista, e l’occhio bello;
Fa l’uom robusto e forte,
E l’abilita a far da buon consorte.
Rosalba. Che secreto divino!
Triticone. Eh mi burlate.
Giacinto. Signor, mi meraviglio, ad un mio pari
Non si dice così, la riverisco.
Rosalba. E voi dite d’amarmi, e ricusate
Quel ch’io tanto desio?
L’amor vostro non è simile al mio.
Triticone. Ehi, sentite, signor.... (se fosse vero
Gran segreto saria!) come s’adopra?
Giacinto. Facilissimamente. In quest’ampolla
Vi è l’acqua prodigiosa 1;
Adattarvi bisogna
In un sito ristretto,
Ed in mezz’ora si vedrà l’effetto.
Rosalba. Questa prova chied’io dell’amor vostro.
Triticone. Sottisfarvi saprò. Già finalmente
Mezz’ora è breve tempo.
Dite, quanto si spende?
Giacinto. Sei zecchini, e non più.
Rosalba. Poca moneta.
Triticone. Son rissolto provarlo.
Giacinto. Ed io vi servo,
E se non opra ben, non mi pagate.
Una botte 2 vi vuol, ma vuota, e nuova.
Fatela 3 portar quivi, e facciam presto.
Triticone. Una botte, perchè?
Giacinto. Più non cercate.
Triticone. Ancor questo farò. Non m’ingannate.

  1. Nel testo: prodigiosa; e poi: addattarvi.
  2. Nel testo è stampato più volte bote (forma dialettale).
  3. Nel testo: fattela.