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76 | ATTO QUARTO |
Ma ad un fratei medesimo tal’onte 1 io non perdono,
(si bollono
Zandira. Difendeteli, o Numi. (osserva fra le scene
Ah, nuove genti armate
Giungono a questa volta. L’armi in difesa usate.
SCENA VII.
Un Officiale2 di milizie Affricane con seguito, e detti. Radovich e Lisauro si mettono in difesa.
D’Ibraim che mi manda, adempiasi il comando.
Radovich valoroso non opporrassi, io spero,
Dell’Alcaide alla guardia. Lisauro è prigioniero.
Lisauro. Io prigionier?
Offiziale. T’accheta; cedimi la tua spada.
Può il rispetto al perdono agevolar la strada.
Lisauro. Or dimostrare è tempo l’amor che vanti impresso
Per li sudditi nati in un dominio istesso. (a Radovich
Radovich. Va, obbedisci al comando. Se ti faranno un torto,
Cingo la spada al fianco, ho la mia nave in porto.
Difendere prometto, quando vi sia ragione,
Non te, che non lo merti, l’onor della nazione.
Ma se sei reo convinto, allor più non m’impegno:
Non ha più patria al mondo un mancatore indegno.
(patte
SCENA VIII.
Lisauro, Zandira, e l'Offiziale, e i Soldati.
Sarà l’accusatrice Argenide schernita).