Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXV.djvu/77


LA DALMATINA 73
Zandira. Fermati. (lo trattiene

Lisauro.   In van t’opponi.
Zandira.   Ah, qual strepito d’armi?
(s’ode dentro la scena strepito d’armi
La mia vita difendi. Crude), pensa a salvarmi.
Lisauro. (S’alza, e si prepara in difesa.

SCENA VI.

Radovich con due soldati Schiavoni incalzati da sei Affrìcani, difendendosi uno contro due. Lisauro s’unisce ai1 Schiavoni, fanno qualche scaramuccia, retrocedendo gli Affritani che vengono incalzati ed uccisi dentro la scena.
Zandira. Spenti son gl’inimici?

Radovich.   Parte restar sul suolo,
Parte da’ miei seguaci sono inseguiti a volo.
Sono due ore almeno, che i perfidi in aguato
Mi assaltaro alla schiena, e all’uno e all’altro lato.
Due perir de’ miei fidi, dieci saran periti
Sotto le nostre spade di quei corsari arditi.
Affaticato e stanco, senza novella aita,
Esser vedeva in forse il fin della mia vita.
Ma tu come, Zandira, fra questo bosco errante,
Quando lungi ti credo, mi comparisci innante?
Zandira. Lungo fora il narrarti l’affanno e lo spavento;
Viva tu mi rivedi del Ciel per un portento.
Alì qui mi ha condotta. Alì pien di dispetto,
Perchè d’altri non fossi, m’alza la spada al petto.
Giunse Lisauro in tempo...
Radovich.   Come! Lisauro è giunto
A liberar Zandira nel2 suo periglio in punto!
Non concertò con essa l’uom valoroso e accorto
Una seconda fuga qual meditolla al porto?

  1. Ed. Zatta: si unisce agli.
  2. Ed. Zatta: del.