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508 ATTO QUINTO
Dammi che l’odio tuo per me Ha spento.

Porgi ad esso la mano, e teco impegno
L’amicizia, l’amor, la fede, il trono.
Ottiana. Tal rispetto tu merti, ond’io non oso
Oppormi al tuo voler. Basta che il nodo
Non dispiaccia al Visir.
Tamar.   Conosco a prova
Di Vachtangel il cor. Non è capace
D’ingrato farsi a chi giustizia rende
Al valor che l’adorna, e sua fortuna
Cerca di migliorar. La man cortese
Porgere è pronto a principessa illustre,
Congiunta al sangue mio. M’inganno io forse?
Vuoi tu farmi mentir? ( Vachtangel
Vachtangel.   No, mia Regina,
Obbedirti desio; troppo han potere
I labbri tuoi, troppo ragion mi sprona
E il dovuto rispetto a illustre sposa.
Se non sdegni la destra... (ad Ottiana
Tamar.   Anzi I’accetta
Col più tenero amor. (a Vachtangel
Ottiana.   Sì, la man prendi
E con essa il mio cor.
Vachtangel.   L’accetto, e giuro
Pari al rispetto mio costanza e fede.
Tamar. Lode agli Dei; or più giuliva io sono,
Or che d’Ottiana e di Vachtangel lieto 1
Potei rendere il core. Il mio vorrebbe
Assicurar la sua fortuna. Ah! dammi,
Dammi, o caro, la destra. (a Dadian
Dadian.   Eccola.
Tamar.   Oh Numi!
Che bramar più poss’io? sperai superba

  1. Nell’ed. Zatta è stampato: Or che d’Ottiana e Vachtangel lieto ecc.