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502 ATTO QUINTO
Tamar.   Non dar sì presto

Tanta fè alle lusinghe. (sostenuta
Dadian.   E perchè trarmi
Dai lacci il piè, se ad infierir pur segui?
Tamar. Quel ch’io penso, or saprai. Siedi.
Dadian.   Ma oh stelle!
Se ho da morir, non prolungarmi il duolo.
Tamar. Comandi già? Per aver sciolto il piede,
Credi ancor di regnar?
Dadian.   Scusami. Oh Numi!
Quel ch’io dica, non so.
Tamar. Siedi, e m’ascolta, (siede
Dadian. T’ubbidirò. (siede
Tamar.   Brevi saran gli accenti.
M’ami tu ancor?
Dadian.   Fa che te dica amore.
Io non lo posso dir.
Tamar.   Fole son queste.
Non parla amor, se non favella il labbro.
Vo’ saperlo da te.
Dadian.   Sì, t’amo, o cara,
E moribondo ancor...
Tamar.   Non più: all’inchiesta
Rispondesti abbastanza. Or dimmi: amore,
Se tu non fossi prigionier qual sei,
Se avessi il regno tuo, la tua grandezza
T’indurrebbe a far parte a me del trono?
Dadian. Deh! volesser gli Dei che a te potessi
Tanto esibir, quanto tu merti. Al trono
Sperai condurti, e il mio destin fatale
Per te solo m’affligge.
Tamar.   Or vedi quanto
Più discreta son io di quel che brami.
Se fosse in tuo poter, tutto vorresti
Il tuo regno donarmi, e a me sol basta