Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXV.djvu/503


LA BELLA GIORGIANA 499
Ricusar il partaggio, e non si pieghi

A ringraziar la tua pietà?
Bacherat.   Non lice
Parlar di pace al vincitor. Cominci
A umiliarsi l’audace, e fè mi giuri...
Ma qual fede sperar da un inimico?
Chi m’assicura che salito in trono
Non ritorni agl’insulti, e non rinnovi
Le ostilità, del giuramento ad onta?
Tamar. Altro mezzo, signor, se mel concedi,
Suggerirò per eternar con esso
La più certa amicizia. A lui potresti
Dar tua figlia in consorte. Il Ciel te priva
Di maschil prole, e la sua fresca etade
Lo può ben lusingar di possedere
Dopo di te tutta la Giorgia unita.
Che ti sembra, signore?
Bacherat.   E cuore avresti
Di dar la mano a chi donotti a un schiavo?
Tamar. Che non farei per dar la pace a un padre?
Bacherat. Ah! che in van ti lusinghi. Un cor feroce
Sprezzerà l’amor tuo.
Tamar.   Lascia, signore,
Ch’io gli possa parlar. Credimi, io spero
Che m’adori non sol, ma che tu il veda
Umiliato al tuo piè chieder la figlia,
Domandar pace e assicurarti il trono.
Bacherat. Tanto in te ti confidi?
Tamar.   Il so, signore,
Che poco vale il mio poter; favello
Più col cor che col labbro. Io quella sono
Che ha interesse maggior, che ha maggior zelo
Per te di quanti consiglieri hai intorno.
Renditi al parer mio; mostrami, o padre,
Che ti fidi di me, che mi ami e apprezzi.