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LA BELLA GIORGIANA 495
Di volermi tua schiava?

Macur.   Ah! ti rammenta
Che per grazia del Re mia fosti, è vero;
Ma fui sì galantuom, che di mia sorte
Valermi io non osai: puoi tu dolerti
Di que’ pochi momenti, in cui poteva
Dirti voglio e non voglio?
Tamar.   Olà! ti scosta,
Viene il mio genitor.
Macur.   Pietà ti chiedo,
Pietà, bella Tamar.
Tamar.   Vattene, lo sono
Pietosa ancor con chi nol merta.
Macur.   Il Cielo
Faccia sì ch’i’ ti vegga un dì reina.
Sì, tu merti lo scettro, anzi più scettri.
Coronato consorte il Ciel ti doni. (parte

SCENA II.

Tamar, poi Bacherat.

Tamar. Ah! sì, questo è il mio voto; e ogni arte onesta

Usar saprò per ottenere il fine.
Ecco il padre; se mai quest’arte ho usata,
Or ne deggio tentar la prova estrema.
Bacherat. Figlia, son teco. Ora che gli ordin diedi
Ai ministri, ai guerrieri, in pace or teco
Possomi trattener.
Tamar.   Riposa, o padre,
Dopo sì lungo faticar, riposa.
Guardie, olà! due sedili, (le Guardie portano da sedere
Bacherat.   Alle fatiche
Sono avvezzo, lo sai: dolci fatiche,
Di cui sì grande e glorioso è il frutto!