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LA BELLA GIORGIANA 491
Tremante incerta ho sospirato e pianto.

Vachtangel. Reggiti a voglia tua. Soffrirò in pace
Il contegno, il rigor, l’orgoglio ancora;
Pur che giunga quel dì che dirti io possa:
Io son tuo, sei tu mia.
Tamar.   (Lontano troppo
Questo giorno è per te).
Vachtangel.   Tamar, tu taci?
Tamar. Faccio, tacendo, il mio dover.
Vachtangel.   Intendo.
Saggia figlia non dee del proprio core
Senza il padre dispor. Nel tuo silenzio
Un rimprovero i’ veggo a mia baldanza;
Comprendo il tuo rossor; scusami, o cara,
Se importuno ti fui. Se tu mi odiassi,
Non sapresti tacer; se taci, è segno
Che gradisci l’amor, che sperar posso
Da te grazia e pietà. Sì, mio tesoro,
Tacesti a tempo, e il tuo silenzio intendo. (parte
Tamar. Capir donna che parla è cosa incerta;
Ma più incerto è il capir donna che tace.
Si lusinga ciascun di quel che spera,
Ed il cieco amator sè stesso inganna.


Fine dell’Atto Quarto.