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LA BELLA GIORGIANA 487

SCENA VIII.

Tamar dalla torre, ed il suddetto.

Tamar. Padre, lode agli Dei, ti veggo alfine

Prospero e vincitor. Me pur tu vedi
Libera da’ perigli, e dopo mille
Avventure funeste a te vicina.
Volgi un guardo sereno alla tua figlia;
Mirami con bontà.
Bacherat.   Godo in vederti,
Sai ch’io t’amo, e ti basti.
Tamar.   Ah! no, signore,
Non mi basta sentir da un labbro austero
Dirmi: io t’amo, lo sai. Vorrei vederti
Tranquillo in volto, favellar giocondo
Alla tenera figlia.
Bacherat.   Ancor dell’ira
Non è sgombro il mio cor.
Tamar.   Son io cagione
Forse de’ sdegni tuoi?
Bacherat.   No.
Tamar.   Perchè dunque
Non ti puoi meco serenar per poco?
Bacherat. Lasciami omai.
Tamar.   No non ti lascio, o padre,
Se il dolce riso vezzeggiar non veggo
Sull’amabil tuo labbro.
Bacherat.   Invan lo speri.
Tamar. Non lo spero; lo voglio.
Bacherat.   Ah! se più insisti,
Adirar mi vedrai.
Tamar.   Perchè adirarti
Colla cara tua figlia? Ah! perchè mai
Con colei che il tuo ben, che il tuo tesoro