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LA BELLA GIORGIANA 473
Ah! signor, l’innocenza ha tal potere,

Che parla al cor dei men pietosi ancora.
Tu sol sai le mie colpe, e tu soltanto
Impunemente puoi ferirmi il petto.
Eccomi innanzi a te; ferisci, impiaga
Il mio collo, il mio sen. Non dire indegna
Dell’onor de’ tuoi colpi una che festi
Degna dell’amor tuo. Chi ha maggior dritto
Di ferir questo cor, di quel che seppe
Farlo superbo con dolcezza e doni?
Svenami, per pietà. Finisca omai
I mio lungo dolor, finisca il pianto.
Macur. (Una tigre ei saria, se l’uccidesse). (con sdegno
Dadian.   Alzati. (impietosito
Macur. (Sta a veder ch’è impietosito). (con piacere
Tamar. Qual destino, signor?...
Dadian.   Vivi.
Tamar.   La vita
Che pietoso mi doni, è un chiaro segno
Che lo stesso tu sei, clemente, umano,
Generoso monarca. Ecco sul volto
Ritornato il seren; veggio in quei lumi
Lo splendore di pria. Felice instante
Che a te rese il tuo cor!
Macur.   (Non può negarsi
Che non sappia parlar).

SCENA VII.

Chechaiz e detti.

Chechaiz.   Signor, le schiere

De’ nemici s’avanzano a tal segno,
Che riparo non v’è, se ancor ritardi.
Dadian. (Ecco il punto fatale).