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LA BELLA GIORGIANA 469
Ottiana.   Per una schiava

E in periglio il tuo regno, e tardi ancora
Questa a sacrificar cagion funesta
D’imminente ruina? E non t’avvedi
Che la guerra per lei ti movon gli empi;
Che perduta costei, perduto ha il prezzo
Abchar de’ sforzi suoi? Qual altro affetto
Legalo a Bacherat, se non la speme
Di posseder quella beltà che adora?
Fa che muoia l’indegna. Il di lei capo
Manda reciso al condottier ribelle,
E cadérgli vedrai di mano il ferro.
Fin ch’ella vive, si lusinga ancora
Di possederla, e a mio dispetto il brama,
E schernita desia vedermi in faccia,
E oltraggiare il tuo sangue. Ah! se perduta
Pia la speme che l’arde, in van confida
Bacherat nel suo braccio. In quella guisa
Che partì svergognato, al suo sovrano
Può pentito tornar. Ma dato ancora
Ch’ei persister volesse, onor ti sembra
Viva serbare al tuo nemico audace
La sua preda miglior? German, se hai core,
A mostrarlo comincia. Il sen trapassa
Della femmina indegna, e i tuoi nemici
Veggan che non li temi, e apprendan essi
D’un Re a temer vendicatore il braccio.
Dadian. Olà! Tamar a me si tragga innanti,
Circondata di guardie. (ai Soldati; e alcuni partono
Ottiana.   (In van le voci
Non gettai dello sdegno. Eppure ancora
Temo de’ sguardi suoi la fatal arte).
Se la vedi, german, temer non puoi
Disarmato il tuo cor?
Dadian.   No, quel rio sangue,