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LA BELLA GIORGIANA 451
Donar cortese, e ritrattare i doni.

Se ti piace costei...
Dadian.   Parti.
Macur.   Ubbidisco.
(Voglia il Ciel che gli piaccia, e che non l’abbia
L’avido rapitor che a me l’ha tolta). (parte

SCENA III.

Dadian, poi Tamar.

Dadian. Mera curiosità veder m’invoglia

Decantata beltà; non brama insana
Di apprezzar donna, e molto men la figlia
D’odiato nemico, il di cui sangue
Furor mi desta, e non amore in seno.
Tamar. (Il Re mi chiede? Il tuo favore invoco,
Grata amica fortuna: a passo a passo
Guidami tu felicemente al trono).
Dadian. (Eccola: e qual beltà vedere aspetto
Che comune non sia con altre cento?)
Tamar. Signor, poiché la sorte a me concede
Veder in faccia il mio sovrano, il sommo
Dominator di più provincie e regni,
Lascia che meco i’ mi consoli, e possa
Saziar miei lumi nel real tuo sguardo.
Oh come il Ciel sparge le grazie e i doni
Sugli eletti monarchi! in te traspare
L’anima grande che t’alberga in petto.
Veggo il giusto rigor nel ciglio austero,
Veggo la tua pietà dipinta in fronte,
Veggo mille virtù...
Dadian.   Basta. Il costume
So di voi donne adulatrici, e in vano
Meco usarlo si tenta.