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450 ATTO SECONDO
Ch’abbia prodotto di Gurielle il regno,

In cui d’ogni bellezza il fior si trova.
Che vezzosa beltà! Che volto ameno!
Che amabil fronte! Che sereni sguardi!
Che ridente, soave, umido labbro!
Sventurato Macur! Facea disegno
Di starmi seco dolcemente in pace.
È venuto il grifagno, e mi ha rapito
Di man la preda, e divorarla ei vuole.
Dadian. Tamar è bella tanto?
Macur.   Ancor veduta
Non l’hai, signor?
Dadian.   No, non la vidi ancora.
Macur. Ah! se il sguardo in lei fissi un sol momento,
Ogni rara beltà ti sembra vile.
Ha due guance vermiglie, ha un occhio nero,
Ha sì candido seno... (Oh! s’io potessi
Farlo tanto invaghir che non l’avesse
Quell’indegno Visir, sarei contento).
Dadian. Dov’è costei? Tu di veder m’invogli
Così rara beltà.
Macur.   Dacchè dal fianco
Me la tolse il Visir, la tien celata
Colà nella sua tenda.
Dadian.   Guardie, entrale
Nella tenda d’Abchar, e a me condotta
Sia la schiava novella.
Macur.   Ordine ha dato
Che nessuno s’accosti, e i suoi soldati
Si opporranno alle guardie.
Dadian.   Olà! non siavi
Chi opporsi ardisca al mio voler. La figlia
Esca di Bacherat; vederla io voglio.
(ai Custodi della tenda
Macur. Signor, sei Re; puoi comandare, e puoi