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LA BELLA GIORGIANA 449

SCENA II.

Dadian, poi Macur.

Dadian. Convien cedere al tempo. Ancora ho d’uopo

Del potere d’Abchar. Domati, oppressi
I ribelli, i nemici, e stabilito
Tranquillamente il piede mio sul trono,
Disfar saprommi del Visir superbo 1,
Che chiede e vuole, e minacciare ardisce.
Macur. Sire, nel regno tuo chi ha più possanza,
Tu, o il Visir?
Dadian.   Io comando, e in te perdono
L’insolente domanda, e in grazia solo
Della stoltezza tua. Comando, e i doni
Posso dare e ritor; e quel che diedi
Per vendetta a un vil schiavo, accordar posso
Per mercede a un Visir.
Macur.   Visir ingordo,
A cui non basterian tutte le donne
Che produce la Giorgia! È ver, son vile,
Sono abbietto, lo so; ma sono anch’io
Uom come gli altri sono: e giuro al Cielo,
O fatemi morir prima ch’io il veda,
O vel sveno sugli occhi, e poi m’uccido.
Dadian. Tanto furor per l’avarizia infame
D’una semplice schiava! In oro, in altro
Compensarti saprò.
Macur.   Non è avarizia
Che mi fa disperar. Non piango il prezzo
Che ritrarne potea. Duolmi perduta
Aver la donna più gentil, più bella

  1. Nell’ed. Zatta è stampato: del mio Visir superbo.