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LA BELLA GIORGIANA 431
Non d’amico però, ma di nemico.

S’incateni il messaggio; al mio cospetto
Strascinato egli sia, più che condotto.
E lungi dal sperar pel suo signore
Pace, triegua e perdon, m’ascolti e tremi.
Chechaiz. Ubbidito sarai. (parte
Abchar.   Deh! non volerti
Espor, signore, ai disperati sdegni
D’un popolo feroce. In parte siamo
Perigliosa, sospetta. Al campo intorno
Non abbiam che nemici; e guai1 se nuovo
Furor gl’irrita 2 ed a vendetta i’ move!3
Dadian. L’ammutinato popolo nemico
Non può farmi temer. Senz’arte e senza
Militar disciplina, avvezzo solo
A rapine, a saccheggi, e a gire intorno
Quai pecore confuse e senza freno,
L’urto non sosterrà de’ miei guerrieri.
Abchar. Molto più del valor, più assai d’ogn’arte
Puote talor disperazion feroce.
Dadian. Viltà move il tuo labbro.
Abchar.   Ah! no, signore.
Di’ che fede più tosto e zel mi sprona.
Dadian. La fede, il zelo a rispettar t’insegni
Del sovrano la legge. Ecco il nemico
Fra catene guidato.
Abchar.   Almen...
Dadian.   T’accheta.
(siede sopra un guanciale

  1. Così si legge nelle ristampe dell’ottocento. Ma nell’ed. Zatta è stampato quai.
  2. Così è stampato nell’ed. Zatta e nelle ristampe dell’ottocento.
  3. Nell’ed. Zatta c’è il punto interrogativo.