Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
ZOROASTRO | 411 |
Ma da lingua spergiura resa di noi rubella).
(piano a Teocrate, e siede
Sidone. (Avvisatemi quando vicino è il precipizio).
(piano a Cleonte
Cleonte. (Quando il re giù dal trono s’accosti al sagrifizio).
(piano a Sidone
Sidone. (Prevenitemi allora). (piano a Cleonte
Cleonte. (Sì, sì, vi avviserò). (piano a Sidone
Sidone. (Ho piacer di saperlo, che allor me ne anderò). (da sè
Zoroastro. E Nicotri non viene? Sappia che lei si aspetta.
SCENA VI.
Nicotri e detti.
Al real sagrifizio forse condotta io sono,
Per rimirare assisa la mia rivale in trono?
Zoroastro. Siedi e ascolta, Nicotri. (Nicotri siede
Cleonte. Signor, Febo scolora;
Fumano l’are ardenti: del sagrifizio è l’ora. (a Zoroastro
Sidone. (Ah! ci siamo). (da sè
Cleonte. Le vittime, ministri, omai ferite.
Zoroastro. Attendete il mio cenno. (ai Sacerdoti) Voi le mie voci udite.
(agli astanti
Sdegnati i patrii2 numi, vittima a lor s’aspetta,
Atta a placar del Cielo lo sdegno e la vendetta.
Di pacifico armento sangue non è bastante:
Versar deesi sull’ara il sangue di un regnante.
Popoli, io son la vittima, cui si destina esangue:
Io son l’ira del Cielo, io da versare ho il sangue.
Togliete a quell’altare le vittime innocenti;
Di vittima reale fumin quell’are ardenti.