Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXV.djvu/409


ZOROASTRO 405
A’ piedi miei non bramo il mio bel nume oppresso.

Si offenderebbe, o cara, da cotal atto il sesso.
A trionfar d’un core basta un bel labbro accinto.
Guidami, dove brami; son disarmato e vinto.
Semiramide. Alla felice impresa vieni, ed a me ti affida;
Prospero il Ciel cortese al desir nostro arrida. (a Nino
(Vincasi col rigore, o vincasi col pianto,
Bastaci conseguire della vittoria il vanto). (da sè


Fine dell’Atto Quarto.