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404 ATTO QUARTO
Ma della rea primiera sappia il feroce impegno.

Paghi d’amor, se puote, la seduttrice ardita,
E sia di te la sorte alla mia sorte unita. (come sopra
Semiramide. Fermati.
Nino.   Invan m’arresti.
Semiramide.   Qual orrido consiglio,
Qual funesto trasporto ti espone al tuo periglio?
Nino. Chi di morir non cura, ogni periglio assale.
Semiramide. Non ti cal di mia vita?
Nino.   Quanto di me ti cale.
(in atto di partire
Semiramide. Sentimi.
Nino.   Ho risoluto. Al tuo pregar non cedo.
Semiramide. Lo sai pur che t’adoro.
Nino.   No, all’amor tuo non credo.
Semiramide. Barbaro.
Nino.   Addio, Semira.
Semiramide.   Dove?
Nino.   A svelar l’arcano.
Semiramide. Ascoltami, crudele.
Nino.   Ogni tuo sforzo è vano.
Semiramide. Ad arrestarti, ingrato, non basta il pianto mio?
Nino. Barbara, senza frutto ho lagrimato anch’io.
Semiramide. Credimi, se tu mi ami.
Nino.   Manca l’amor, la fede.
Semiramide. Mirami... (ah! d’un amante ho da gettarmi al piede?)
Nino. (Oh mie vane speranze! Oh miei perduti affanni!)
Semiramide. (Ah! gli uomini talvolta son più di noi tiranni).
Pietà sperar non posso? (a Nino
Nino.   No, sperar non la puoi. (con tenerezza
Semiramide. Idolo mio, perdona; mirami a’ piedi tuoi.
(in atto d’inginocchiarsi
Nino. Ferma, la mia fierezza teco non giugne a tanto:
Basta di quei begli occhi, basta il fatale incanto!