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ZOROASTRO 397
Sidone. Mi sbranino, s’io manco, il Cancro ed il Leone.

Cleonte. Ecco, se a’ voti nostri è prospero il destino:
Sotto mentite spoglie in questa reggia è Nino.
Lo guidò Semiramide, piena di spirti rei;
Il giovane lusinga, ed opera per lei.
Offre al nostro regnante della sua grazia il dono,
E tenta a se medesima di assicurare il trono.
Noi ci vedrem soggetti al femminile orgoglio,
Noi cederem vilmente a una straniera il soglio?
No, no, per opra mia Nino conosce il core
Della femmina scaltra, e n’ha dispetto e orrore.
Liberi ci concede vivere in nostra terra,
Bastagli un sol tributo ad evitar la guerra.
Bastagli, per vendetta del meritato eccesso,
Sia delusa Semira e Zoroastro oppresso.
Tocca a noi secondare le massime sincere
Di un re che ha l’Asia tutta soggetta al suo potere.
E se il crin di fortuna ad afferrar tardiamo,
Perdesi il tempo, e un giorno ci pentiremo.
Sidone.   Andiamo.
Lisimaco. Ah! che il periglio estremo tutto a tentar c’invita.
Teocrate. Necessità sovente rende ogni destra ardita.
Cleonte. Andiam. Nino ci attende.
Teocrate.   Siaci propizio il fato. (parte
Lisimaco. Il re se stesso incolpi, s’è dai vassalli odiato. (parte
Cleonte. (Il prezzo avrò dell’opra, se la mia bella ottengo).
Venga con noi Sidone. (parte
Sidone.   Chiudo le porte, e vengo.

SCENA HI.

Sidone e Corina.

Sidone. Ora son contentissimo. Inteso ho il gran mistero.

Ma liberiam Corina... Eccola qui davvero.
Non vorrei che sentito avesse il parlamento: