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ZOROASTRO 393
Fermatevi là dentro a rivangar que’ fogli:

Chiudete, e non fiatate. Sempre ci sono imbrogli.
(socchiude la porta e scende bel bello

SCENA II.

Teocrate, Cleonte, Lisimaco e Sidone.

Cleonte. Per grave affar di stato qua vi raccolsi, o amici.

Deh! m’assistan di Giove i desiati auspici.
Chiuso l’ingresso, e soli... qui Sidone?
Sidone.   Parlate.
Son uom che sa tacere. Di me non dubitate.
Cleonte. Trattasi di noi stessi, di libertà, di regno.
Ciascun, prima ch’io parli, prenda il più sacro impegno.
Giuri ciascun di voi al regnator superno
Seppellire l’arcano in un silenzio eterno.
Teocrate. Giurolo al re de’ Numi.
Lisimaco.   Giuro sull’onor mio.
Sidone. A Giove, a Febo, a Diana fo il giuramento anch’io.
(Non vorrei che Corina... Oibò, non sentirà.
E poi, s’io glielo dico, so che non parlerà). (da sè
Cleonte. Cari amici e compagni, tempo è ormai ch’io vi sveli
Un trigono funesto ch’io ravvisai nei cieli.
Marte, Saturno e Venere in triangolar figura
Congiunti ver l’eclittica minacciano sciagura.
Marte vuol stragi e sangue, trama Saturno inganni,
E Venere congiura dell’innocenza ai danni.
Ecco del rio presagio, ecco vicin l’effetto;
Ecco quel che minaccia del trigono l’aspetto.
Zoroastro a Nicotri tenta mancar di fede,
E dominar Saturno nel di lui cor si vede.
D’ira la principessa è giustamente armata,
E oprano in lei gl’influssi di Venere sdegnata;
E nel re degli Assiri che aspira a questo regno,