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ZOROASTRO 377
E della rea detesto lo sconoscente inganno.

Nicotri. Chi sei tu che al monarca vanti cotanto affetto?
Nino. Tal son io che di Nino lo stesso core ho in petto.
Comune è il voler nostro:1 pari è l’età, il costume;
E di due spirti un solo feo d’amicizia il nume.
Nicotri. Non sarà pari il sangue.
Nino.   Vanto nel seno mio,
Quanto vantar può Nino, sangue reale anch’io.
Nicotri. Il tuo nome?
Nino.   Cambise.
Nicotri.   Il grado tuo?
Nino.   Vicino
Molto più che non pensi a Zoroastro e a Nino.
Nicotri. Hai tu regno, hai vassalli?
Nino.   Ho regno in altro stato.
Ora soffrir m’è forza il dover di privato.
Nicotri. Chi abbandonar ti astrinse il tuo nativo impero?
Nino. La più barbara legge del faretrato arciero.
Nicotri. Ami tu dunque?
Nino.   Amai per mia sventura e pena.
Nicotri. Non ami più?
Nino.   Non amo. Infranta ho la catena.
Nicotri. Perchè irato lo dici?
Nino.   Perchè risento il danno.
Nicotri. Sei nemico d’amore?
Nino.   Aborro il fier tiranno.
Nicotri. E se di risarcirti prendesse amor l’impegno,
Sarebbe un altro oggetto delle tue fiamme indegno?
Nino. (Ah! m’offre una vendetta contro l’indegna il fato).
Nicotri. (Ah! vendicar potessi l’onta di quell’ingrato).
Non rispondi?
Nino.   Chi invano da amor sperò mercede,
Alle lusinghe incerte di un menzogner non crede.
Nicotri. Creder potresti a donna che la costanza onora.

  1. Nel testo qui c’è il punto fermo.