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34 | ATTO PRIMO |
Da lui che tal credendomi, m’offrio la libertade.
E de’ suoi doni il prezzo sarà la vergognosa
Idea di sovvertire il cor della sua sposa?1
Non so che dire. Io stesso un tal pensier detesto,
Ma per aver Zandira l’unico mezzo è questo.
Ella fu che mi fece scordar la sventurata
Argenide, che in sposa a me fu destinata;
E rilasciando il freno al mio nascente amore,
Della Greca infelice divenni il traditore.
Ah che ogni via si tenta, quando l’amore è il duce,
Ah la colpa primiera colpa maggior produce.
Fui alla sposa infido, ora mi rendo ingrato
A chi pietoso aspira a migliorar mio stato.
Ma quella benda oscura che amor mi pose al ciglio,
Fa che il dover mi scordi, mi sprona al mio periglio.
Ah Zandira, Zandira, tu mi rendesti insano.
Sento d’onor gli sproni, ma già li sento invano.
(parte
Fine dell’Atto Primo.
- ↑ Nell’ed. Pitteri c’è qui una virgola.