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374 ATTO TERZO
Cleonte. Via, di mille ragioni dimmene alcuna almeno,

Onde in te giusto io vegga di gelosia il veleno.
Nino.   Sai dove sia Semira?
Cleonte. Poc’anzi fu veduta
Favellar col regnante.
Nino.   Oh mia speme perduta!
Oh inutile mio pianto! oh affetto mio schernito!
L’empia col mio rivale? Cleonte, io son tradito.
Cleonte. Se le ragion che vanti de’ tuoi crucciosi affanni,
Hanno il valor di questa, credi, signor, t’inganni.
Sai pur di che si tratta. Sai che la tua Semira
Aggiugnere al tuo regno quel de’ Battriani aspira.
In Babilonia io stesso venni a proporre il patto;
Si concertò il disegno, e il primo passo è fatto.
Cento amici ho sedotti; pronti saranno all’opra:
Ma è necessario il sangue, quando l’idea si scopra.
Sai che l’accorta donna a maneggiare è intesa
Senza il rumor di guerra la perigliosa impresa.
Sai che per te s’impegna, sai che t’adora e il vedi,
E gelosia ti offusca, e all’amor suo non credi?
Nino. Ah! sì, per me talvolta credo che amor la sproni,
Ma temo ogni momento si penta e mi abbandoni.
Temo un rival possente che oltre il fulgor del regno
Vanta il sublime dono di peregrino ingegno.
Donna per uso è vana, e ambizion sovente
Più d’ogni altra passione in femmina è possente.
Vincere non la puote talora un bel sembiante;
Chi adula il suo talento, la vince in un istante.
Ella inalzarsi aspira sopra il comun del sesso:
Viltà crede il legarsi, viltà l’amore istesso.
In lei divampa e s’agita la fantasia per poco:
Vuol dominare il mondo, vuol sopra tutti il loco.
E se a scoprire arriva qualche notizia arcana,
Non cape il di lei spirito entro la spoglia umana.
Lo studio non le basta del mondo e dei costumi,