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360 ATTO SECONDO
Ma che l’amore e il sangue mi destano al furore.

Che laceri la fede, se altra beltà l’alletta,
Ma che pari all’oltraggio sarà la mia vendetta. (parte

SCENA III.

Sidone e Corina.

Sidone. Vado a servirla subito... (in atto di partire

Corina.   Dove, dove? (trattenendolo
Sidone.   L’istoria
Potrebbemi, s’io tardo, uscir dalla memoria.
Al re vogl’io portarmi a dire immantinente
Tutto quello che ha detto la femmina imprudente.
Corina. Ti par cosa ben fatta far avvampar lo sdegno
Fra due sposi regali, metter sossopra il regno?
Sidone. Quel che ha detto Nicotri, il re lo dee sapere.
Nasca quel che sa nascere, io faccio il mio dovere.
Corina. Non vedi tu che in lei parla l’amor geloso,
Che dubita, che teme del cor del caro sposo?
Tu fosti il crudel mantice che in sen le accese il fuoco;
Il mal tu lo facesti, e ancor ti sembra poco?
Scusare in lei conviene l’affetto che la sprona,
E un semplice trasporto si tace e si perdona.
Sidone. Si tace e si perdona, se parla un cor sincero:
Ma io che son bravo astrologo, rilevo il suo pensiero.
Finge che gelosia promova il suo dispetto,
E intanto maliziosa coltiva un altro affetto.
Credete ch’io non sappia, ch’è da Cleonte amata?
Dal lume delle stelle la mente ho illuminata.
È vero che Nicotri finge sprezzar l’astuto,
Ed ho cotal disprezzo sincero anch’io creduto;
Ma dopo che ho studiato il libro delle sfere,
Principio a ravvisare le donne menzognere;
E in voi che la padrona mostrate d’amar tanto,