Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXV.djvu/362

358 ATTO SECONDO
E se per me sì scarso mostra del cor l’affetto,

Di qualche amor rivale s’aumenta il mio sospetto.
Ecco ciò che mi rende timida e angosciosa.
Corina. Mal peggior d’ogni male è l’essere gelosa.
Eh! via dal sen scacciate simil melanconia,
Non è da vostra pari il duoi di gelosia.
Il cor di Zoroastro arde per voi di zelo.
Nicotri. Deh! ch’io sospetti a torto, voglia pietoso il Cielo.

SCENA II.

Sidone e dette.

Sidone. Nicotri, Zoroastro, nostro re, vostro sposo,

Mostrasi di vedervi moltissimo voglioso.
Verria secondo il solito a ritrovarvi ei stesso,
Ma il suo dover lo tiene della straniera appresso.
Nicotri. Lo trattien la straniera? Chi è costei?
Sidone.   Nol sapete?
Semiramide intesa a nominare avrete.
In Battriana è giunta. Il re l’accoglie e onora;
Tutta la reggia è in festa. Voi nol sapeste ancora?
Nicotri. Donna, senza ch’io il sappia, s’accoglie in questo tetto?
Rimprovera, se puoi, d’ingiusto il mio sospetto. (a Corina
Corina. Come! Perchè una donna vien forestiera in Corte,
Temete che rapiscavi il trono od il consorte?
Un re trattar non puote chiunque a lui si presenta?
Invano l’apprensione vi turba e vi spaventa.
Congiunta al regal sangue avete la bellezza;
Sapete che lo sposo vi venera e vi apprezza.
Questa viltà di spirito di voi mi sembra indegna;
Arte, ragion, prudenza a non temere insegna;
E chi nel proprio merto con verità confida,
Giust’è che dei confronti più si compiaccia e rida.
Nicotri. Dimmi: è vaga Semira? (a Sidone