Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXV.djvu/361


ZOROASTRO 357
Corina. Scusate. Un tal rigore non sembrami opportuno.

Uomo di taglia simile non troverete alcuno.
E se alcun tutto moglie da lei non sa staccarsi,
Credetemi, signora, è facile annoiarsi.
Nicotri. Anzi giubilerei 1, s’ei stesse meco ognora.
Corina. Quando sarete moglie, ci parleremo allora.
L’amor delle fanciulle, spose novelle, ardenti,
Fa loro i cari sposi bramare ognor presenti;
Ma il praticar soverchio, anche nei cari oggetti,
Fa sì che troppo presto si scoprano i difetti.
Voi siete nata in Corte, di regio sangue erede;
Fatto re Zoroastro, giuravi amore e fede.
Il tempo, il loco, il grado fa che viviate uniti,
Pria che per voi si compiano i nuziali riti.
Se come voi lo sposo fosse inquieto, ansante,
Se tutto di’ cercasse di comparirvi innante,
Credetemi, a quest’ora vi sembreria noioso,
Quanto or caro vi sembra l’aspetto dello sposo.
Egli è un uom di consiglio, conosce il male e il bene:
Sa quel che gli può nuocere, sa quel che gli conviene.
Sa che il piacer soverchio ogni desio rallenta,
Che il ben desiderato più l’anime contenta.
E che quanto agli amanti la lontananza è amara,
Tanto più lor diviene dolce la vista e cara.
Nicotri. Se il cuor di Zoroastro mio giudicassi appieno,
Sarei men sospettosa, ed inquieta meno;
Ma di’, chi mi assicura che lungi dal mio aspetto
Per altra non coltivi qualche nascosto affetto?
Essere non potrebbe l’amor, la data fede,
Brama d’assicurarsi per me la regal sede?
A me si aspetterebbe di Battriana il regno,
Dubito il regal trono delle sue mire il segno.
Il saggio, il prode, il forte, ch’essere dee mio sposo,
So che mi fu dipinto più tenero e amoroso.

  1. Nel testo: giubbilerei.