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mise accanto al Nerone e lo disse rappresentato nel teatro di Sant’Angelo. Mandò poi nell’estrema età il manoscritto da Parigi a Venezia, allo Zatta, che lo stampò nel tomo XXXII (XI della 3ª classe) della grande edizione del teatro goldoniano, l’anno 1793: a Bologna fu subito ristampato dal Lucchesini. Nessun biografo, nessun critico ne ha mai parlato; di rado se ne trova il titolo fra quelli delle altre condannate opere tragiche o tragicomiche, così lontane dall’arte luminosa di Carlo Goldoni!
G. O.