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LA DALMATINA 27
Ecco il Firman che ottenni, ecco a te lo presento.

Ibraim. (Prende il Firman, lo bacia, se lo pone alla fronte; poi lo spiega, e lo legge piano.
Marmut. Sai qual è quel Firmano che più ti può giovare?
1 trecento zecchini che gli dovrai sborsare.
(piano a Radovich
Radovich. Questa sì pingue somma nel riscattar sinora
Per un’unica schiava non si è pattuita1 ancora.
Marmut. Tu che sarai fors’anche a mercatare avvezzo,
Saprai ben che a ogni cosa vario si forma il prezzo.
La beltà di Zandira...
Radovich.   Dunque Zandira è bella?
Marmut. Non lo sai?
Radovich.   Non la vidi.
Marmut.   È di beltà una stella.
Ibraim. Lessi il Firman; commette l’imperador sovrano,
Che la schiava si venda, ma col danaro in mano.
Sborsa il prezzo, e l’avrai.
Marmut.   Sborsa i ruspi trecento...
Radovich. Sborsar contro il costume somma tal non consento.
Marmut. Nè sciolta la tua schiava darà il governatore.
Radovich. Farò noto al sovrano sì barbaro rigore.
Marmut. Ma se il corsar ritorna, il tuo ricorso è vano.
Guai a te, se d’Alì torna la schiava in mano.
Ei per sè2 la desidera, la sua bellezza è tale,
Che innamorar potrebbe un principe reale.
Signor, fa ch’ella venga: subito ch’ei la vede,
Dirà se giustamente tal prezzo a lui si chiede.
Vuoi che qui la conduca? (ad Ibraim
Ibraim.   Se il capitan ricusa...
Marmut. Senza vedere, il prezzo a contrattar non s’usa.
Con permission, gli voglio mostrar la mercanzia.
Scommetto ch’egli paga ancor la sensaria3. (parte

  1. Ed. Pitteri: patuita.
  2. Nell’ed. Zitta è stampato per isbaglio: E puoi se la desidera ecc.
  3. Ed. Zatta: senseria.